Novembre 2016

A distanza di più di 16 anni la compostiera nel giardino è rimasta la stessa e continua a funzionare benone. In realtà le assi inferiori dei pallet sono state rimesse a nuovo dato, dato che il materiale umido all'interno, in alcuni anni le fa deteriorare. Quest'anno, le ho verniciate internamente con la catramina. Vediamo se durano di più...

 

Con la dichiarazione di "compostaggio domestico" da inoltrare a SABAR entro il 31 Gennaio di ogni anno, ora beneficiamo di uno sconto sulla TARI del 20% (meglio di niente).

E' diventata ormai un'abitudine mettere in strada la borsina la sera, per la raccolta porta a porta dell'indifferenziata. L'umido invece, va tutto nella compostiera.

 

13/04/1999

Compostaggio Domestico - a cura di: Guido e Isa

 

Nascita di una passione

 

In questa pagina viene illustrata la nostra esperienza personale nell'ottenere compost a partire da: rifiuti vegetali di cucina (20%), sfalci d'erba dal pratino (35%), foglie cadute (40%), residui dell'orto (5%).

 

Ma... di cosa stiamo parlando? Il compost è il risultato del processo di decomposizione che avviene naturalmente sulle sostanze vegetali alla fine del loro processo vitale. L'esempio tipico della trasformazione a cui vanno incontro queste sostanze è ad esempio l'humus che si trova nel sottobosco: foglie e rametti morti si trasformano nel giro di alcuni mesi in questa sostanza soffice e profumata che ha importanti proprietà di fertilizzazione del terreno. A livello domestico si possono ricreare le condizioni ideali per la fermentazione e la trasformazione in compost di tutto quanto sopra elencato; i tempi di trasformazione sono così più brevi che in natura: in 4-6 mesi si riesce ad ottenere una trasformazione completa.

L'INIZIO

La nostra prima compostiera ottenuta da una tapparella da finestra arrotolata su se stessa. I fori permettono l'areazione. Sfilando una stecca
si apre, per una facile accessibilità del materiale all'interno. Naturalmente va coperta con un cellofan o meglio ancora con un sacco di iuta.

L'EVOLUZIONE

Una volta verificato che il sistema funziona e avendo un cortile che produce materiale a sufficienza, siamo passati ad uno stadio successivo: legando insieme 7 pallet leggeri con del filo di ferro si ottengono 2 metri cubi di capacità. L'interno si può rivestire con rete di plastica rigida con fori di 1.5 cm per evitare che esca il materiale più fine. Per coprirla abbiamo usato una vecchia porta a soffietto appoggiata sopra, orizzontalmente, e poi coperta con del cellofan.

 

L'ULTIMA ARRIVATA

Approfittando dell'offerta del Comune di Poviglio, abbiamo acquistato a metà prezzo una compostiera in plastica riciclata da 0.6 metricubi. Da tanti anni funziona a dovere e collabora alla perfezione con le altre al suo fianco.

E' TEMPO DI RACCOGLIERE I FRUTTI

Una volta l'anno, dopo avere appurato il giusto grado di umidità, ed aver preventivamente allontanato i lombrichi, si procede a setacciare il materiale con una rete metallica da 0.8 cm. Ci si aiuta con una cazzuola per "stemperare" i grumi rimasti. Tutto quello che non "passa" (a parte i sassi) viene ributtato dentro la compostiera per un nuovo ciclo: prima o poi tutto si trasforma. Una curiosità: le noci diventano spesso nido per i lombrichi (ne sono piene!).

 

SI INSACCA PER L'ANNO PROSSIMO

Se il compost è troppo umido per essere setacciato potete stenderlo su di un telo di plastica all'aria, ma non esposto direttamente al sole; potete quindi insaccarlo in sacchi di plastica (noi usiamo di quelli da 25 Kg di concime). Si conserva senza chiudere i sacchi anche per un anno. La prossima primavera lo spanderete sui solchi dell'orto prima di seminare o prima della zappatura finale. Uno o due centimetri all'anno su tutta la superficie dell'orto sarebbe la quantità ottimale per mantenere una giusta componente organica (= fertilità) del terreno. Ricordate: è un fertilizzante ma non un concime!

 

ECCO COME ABBIAMO RISOLTO I PROBLEMI

 

ODORI?

Se la fermentazione avviene bene, cioè con il giusto grado di umidità e con una buona ventilazione, non si producono cattivi odori. Per ottenere queste condizioni la compostiera deve essere un po' curata almeno una volta la settimana (o due, nei periodi di grande produzione di materiale). Dovete dargli un'occhiata e verificare che tutto funzioni bene; basta rivoltare con un forcone i 30 cm superficiali per rendersene conto. Stringendo un pugno di materiale deve rimanere compatto (senza sbriciolarsi) e deve bagnare la mano senza gocciolare.

 

COME ALLONTANARE I LOMBRICHI

Per evitare di setacciarli e insaccarli destinandoli a morte certa 15 giorni o un mese prima di setacciare scavare un angolo all'interno della compostiera e mettere degli avanzi che richiamino i lombrichi allontanandoli dal resto del compost. Date loro due settimane di tempo e quasi tutti si saranno trasferiti in quell'angolino che avrete riempito con frutta marcia e altre leccornie (per loro).
Quell'angolo di compost non dovrà essere setacciato e andrà messo insieme a quello ancora in lavorazione.

 

UN CICLO INFINITO

Il processo non si interrompe mai, cioè la compostiera non viene mai
svuotata completamente ma solo la parte più "matura", che cioè si è già trasformata completamente, viene lasciata riposare per poi setacciarla. Non preoccupatevi. Prima o poi tutto marcisce e si trasforma. L'aspetto finale, per quanto siano orribili le miscele di quello che ci buttate dentro, non sarà diverso da una manciata di terra: assolutamente inodore. Ma se lo si fa con amore e gli si dedica un po' di cure, in 4 - 6 mesi si ottiene già del buon compost, altrimenti ci può volere più di un anno (e questo comporta la necessità di una maggiore capacità della compostiera).

 

IL SEGRETO!
Il segreto sta tutto nello sminuzzare bene quello che si introduce nella compostiera e nel mantenere il giusto grado di umidità. L'esperienza è una grande maestra: se la compostiera è troppo bagnata puzzerà terribilmente dato che si innescano reazioni di putrefazione anairobiche. Se invece è troppo asciutta il materiale si ricoprirà di una muffa bianca e non si trasformerà. Quando invece l'umidità è giusta... è uno spettacolo. La reazione di decomposizione aerobica sviluppa molto calore nella prima settimana (sono arrivato a misurare 73 °C) e sviluppa un odore caratteristico (che con l'abitudine diventa un profumo). Nel giro di pochi giorni il materiale si trasforma fino a rendere irriconoscibili le parti introdotte. Ci vorrebbe un biotrituratore, ma costa ancora molto. In alternativa potete usare un "maràs" su di una "sòca". Ma attenti alle dita! Non siate troppo smaniosi. Il compost deve riposare in pace. Dopo i primi 15 giorni di rivoltamenti col forcone, deve essere lasciato fermo per permettere ai funghi e agli altri microorganismi di completare la digestione. E ricordate... quello che buttate dentro lo ritrovate alla fine. Selezionate quindi il materiale: evitate di introdurre plastica, metallo, potature di rosa (le spine non marciscono tanto facilmente), aghi di pino (rendono troppo acido il tutto). Evitate anche resti di carne (attirano animali e puzzano) ed escrementi di animali domestici e non (trasmettono delle malattie). Foglie attaccate da parassiti andrebbero distrutte per evitare di contagiare il compost e ridisperdere le spore l'anno dopo. Per ogni dubbio o per semplice curiosità non esitate a contattarci all'indirizzo del gruppo. Siamo sempre disponibili a trasmettere la nostra esperienza e a farvi visitare la nostra stazione di compostaggio di cui siamo orgogliosi (non si era capito?).

 

COMPOST + RACCOLTA DIFFERENZIATA

Pensate! Ogni quintale di rifiuti da portare in discarica costa 15.000 Lire
al Comune (dati del 1999). Se tenete separati i vari tipi di rifiuti che si producono in casa (da portare all'isola ecologica o in un punto di raccolta una volta o due al mese) e effettuate anche il compostaggio vi rendete conto di quanto pochi siano in realtà i rifiuti veri, cioè quelli da gettare inesorabilmente nel cassonetto. Carta e cartone, ferro (scatolette), vetro (bottiglie), plastica (PVC, PET e PE sono ormai la stragrande maggioranza) sono tutti riciclabili. Rimangono solo avanzi di cucina non vegetali, polistirolo, cellofan, scatole del latte e poco altro. Certo, ci vuole un po' di impegno... ma basta crederci. Per un paese dove si vede la gente buttare DI TUTTO nei cassonetti (ma anche per strada) e se è vero che il grado di civiltà di una società si misura dai rifiuti che produce, c'è ancora molta strada da fare.